Ti è mai capitato di avere il dubbio che un collega o una collega ti si aggrappasse in modo anche un po’ parassitario, per cercare di sfruttarti per la scalata di carriera?
Lavorando per molti anni in grandi aziende ho avuto modo di interagire con varie tipologie umane che mostrano tratti di personalità comuni e ricorrenti, dei veri e propri archetipi umani.
Uno di questi è il “Tipo Edera“.
Si la pianta rampicante, che tutti conosciamo, l’Hedera Helix delle Araliaceae.
Come nasce la mia passione per la botanica? Fu l’incontro con Marco Pardini, naturopata, autore di romanzi erboristici e di moltissime trasmissioni televisive, nell’anno 2000, che segnò l’inizio di un lungo percorso di apprendistato erboristico ed etno-botanico. Qui trovi il suo canale YouTube dove pubblica video-clip interessantissimi.
Marco ed io ci siamo quindi divertiti a fare un esercizio di psico-botanica applicata al business andando, in buona sostanza, ad analizzare i tipi psicologici presenti in azienda dalla prospettiva della botanica.
Siamo partiti dal giovane rampante, laureato in prestigiose università, con master ed Erasmus, ovviamente immediatamente incravattato a 25 anni, che adotta subito il gergo aziendale, che alla prima esperienza di tirocinio si atteggia già a top manager.
Sono squaletti indottrinati che incrociano i corridoi e si appostano nei punti strategici per intercettare il top manager e quindi “farsi vedere”.
Sono ragazzi e ragazze alla continua ricerca di un prestigioso Job Title per se stessi da sfoggiare su Linkedin, che aborriscono la parola “Junior” accanto all’accettabile “Analyst” e la sostituiscono con “Senior” anche se sono in azienda da tre mesi.
Sono ossessionati dal mostrare standing professionale, arrivando a mettere nella firma su Outlook una tale quantità di titoli, ruoli e certificazioni che quando aprono una finestra per una nuova email la sola firma fa partire la barra di scorrimento verticale.
Se hai dubbi sull’organigramma aziendale chiedi a loro: nei primissimi giorni di lavoro lo hanno già imparato a memoria, essendo di importanza fondamentale saper riconoscere al volo le gerarchie in un meeting, e indirizzare sorrisi e cenni di consenso continui con il capo al manager che ha più potere.
Si danno obiettivi sfidanti e ambiziosi, che però vivono con grande ansia: “Se a trent’anni non sarò promosso dirigente sarà un fallimento totale“.
Poi in molti non ce la fanno, ed entrano in un’altra fase, quella del “mollo tutto e apro un chiringuito a Santo Domingo“, ma di questa ne scriverò in un prossimo articolo.
Bene, quello che abbiamo descritto fino a qui è il “Tipo Edera“.
L’edera è una pianta strisciante che cammina nel bosco alla ricerca continua di qualcosa a cui aggrapparsi. Quando incontra ad esempio un castagno, si attacca ad esso, cominciando a salire. Pianta le proprie radici sul tronco e inizia a succhiare la linfa dell’albero.
E continua a salire, alla ricerca della luce. Le foglie salendo, diventano più tenere, più arrotondate, di un verde più chiaro, mentre quelle a terra sono coriacee, scure, più ostili, dovendo difendersi, anche con i propri frutti velenosi, dagli attacchi da altri esseri animali e vegetali del sottobosco.
Quell’albero è il manager, che spesso inconsciamente ha lasciato che il giovane rampante si aggrappasse per permettergli di andare in alto.
Ma quell’edera poi si comporta da parassita: non ama l’albero, lo sfrutta, gli succhia la linfa vitale, Gli nasconde la luce, perché arrivata più in alto l’edera la vuole tutta per se.
E quell’albero poi, a un certo punto, cade. Ma cadendo riporta a terra anche l’edera che tornerà a muoversi in basso per cercare un nuovo albero-manager da scalare.
Quante persone avete incontrato, nella vita professionale (ma anche in quella personale), che se trovano qualcuno a cui aggrapparsi si arrampicano altrimenti strisciano? Raccontami la tua storia, se ti va.
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Perfetto!
Grazie Roberto!